UNA FORESTA CHE CRESCE
Per una
volta, ascoltiamo il suono armonioso di una foresta che cresce, piuttosto che
rammaricarci del fragore, del clangore dell’albero che schianta a terra.
Una
foresta di alberelli di buone azioni cresciuta in meno di 10 giorni grazie
all’iniziativa di Francesca Pedrola, socia del Gruppo d’Acquisto
Solidale (GAS) CamBìo di Morbegno da cui ha ricevuta massima disponibilità ed
appoggio.
Una
veloce mail ai 104 soci dell’Associazione, un altrettanto rapido passaparola in
rete fra conoscenti ed amici e in men che non si dica i materiali richiesti
sono affluiti alla base di raccolta del Ri-circolo di Morbegno, che funge anche
da magazzino dei prodotti ordinati dal Gas.
Scarponi,
giacche a vento, sacchi a pelo alcuni appositamente acquistati, altri smessi
per cessata attività ludico/turistica da parte dei proprietari, sono stati
riposti in contenitori di fortuna, come in cartoni o in sacchi per la raccolta
degli scarti domestici.
Giovedì
21 gennaio, alle 14,30, il carico è partito, sul cassone di un camioncino per
raggiungere, attraverso vari passaggi di mano, il campo profughi di Lipa in
Bosnia.
****** Almeno 900 persone, da 17 giorni, vivono sotto ripari di
fortuna in quello che è rimasto del campo di Lipa, località tra i boschi
sulle alture della Bosnia Erzegovina a pochi chilometri dal confine con la Croazia.
Dopo che la tendopoli temporanea che li ospitava è andata a fuoco,
l’antivigilia di Natale, il 23 dicembre, le loro condizioni già molte precarie
sono precipitate. Senza
acqua, né elettricità, né servizi igienici gli sfollati (tutti
uomini, richiedenti asilo, provenienti per lo più da Pakistan e Afghanistan) sono costretti a scaldarsi accendendo piccoli falò. «Non
è ancora arrivato il gelo, ma fa già molto freddo, la neve che era caduta nei
giorni scorsi si è sciolta creando un pantano che rende la quotidianità ancora
più complicata.» *******
(Silvia Maraone,
operatrice umanitaria che lavora per Istituto Pace Sviluppo e Innovazione (IPSIA) e altri.
Certo è stata la risposta di molti cittadini
al messaggio evangelico “ avevo fame e
mi avete dato da mangiare, avevo sete….”
ma è stata anche la risposta laica, solidaristica, fraterna verso
persone le cui condizioni di vita sono difficilmente immaginabili per noi, che
pur non stiamo attraversando certo un periodo felice.
La disponibilità messa in campo, in così
breve tempo, da numerose persone sta spingendo singoli e associazioni ad una
riflessione sulla possibilità di continuare
la “catena di solidarietà” con altre modalità, magari attraverso
una raccolta fondi che raggiunga, per quanto possibile, ogni angolo della
nostra Provincia.
Perchè la foresta di aiuti e sostegni
umanitari continui a crescere, in numero ed in vigore.
Villiam (Comunicato stampa)